Vi è mai capitato di seguire passo passo una ricetta e non ottenere il risultato sperato? Purtroppo a me si!

Solitamente le emozioni sono contrastanti. Prima mi chiedo dove posso aver sbagliato, per passare poi ad un più rassicurante “Questa ricetta non funziona!”

Per correttezza dovrei prima di tutto riconoscere che ci sono giorni in cui non mi viene bene neppure il caffè; ma allo stesso tempo devo anche affermare, che purtroppo esistono alcune ricette scritte molto male. In ogni caso, spesso le cause del fallimento della ricetta sono altre e credo sia molto importante averne la consapevolezza per affrontare meglio le varie preparazioni che intendiamo realizzare.

In questa rubrica vorrei trattare tutte quelle variabili, che ritengo essere importanti nella nostra esperienza culinaria.

Per iniziare, parlerò di uno degli strumenti che più vengono utilizzati ovvero il nostro caro Forno:

Il forno dovrebbe diventare il nostro migliore amico e, come tale, dovremmo iniziare a conoscerlo a fondo.

Buona norma sarebbe quella di studiare il libretto d’istruzioni (E’ noioso! Lo posso capire); dobbiamo quindi sperimentare le varie funzioni di cottura e, se necessario, contattare il service della casa madre per esporre i nostri dubbi o le nostre domande.

Ricordiamoci che ogni piatto ha una sua funzione di cottura specifica. Ad esempio, per i dolci a lievitazione dobbiamo utilizzare la funzione statica, mentre per i dolci dal cuore morbido quella ventilata. Credetemi, il risultato cambierebbe molto se sbadatamente invertissimo le funzioni.

Altri fattori da verificare sono la temperatura e la dispersione del calore interno. Capisco perfettamente che questo controllo non sia così immediato, ma è veramente importante avere un’idea precisa di quello che accade nella cavità della nostra attrezzatura. In poche parole, dobbiamo dotarci di termometro per le cotture e fare qualche prova.

Potrebbe capitare che l’interno del nostro forno non abbia un riscaldamento rigorosamente omogeneo (con il risultato di trovarsi con una preparazione troppo cotta in un punto e meno in un altro); inoltre, potrebbe anche succedere che la temperatura regolata con il termostato, non corrisponda ai gradi reali all’interno della cavità.

Quindi, nel caso di cui sopra, se la ricetta riportasse di cuocere la preparazione per 30 minuti a 170°C, noi diligentemente imposteremmo il termostato a 170°. Ma se la temperatura reale della nostra cavità raggiungesse appena i 160° o spingesse verso i 180° (chiaramente sto facendo delle ipotesi marcate per spiegare l’eventuale problematica), dovremmo intervenire sulla tempistica di cottura, che dovrà forzatamente essere modificata.

Quindi, riassumendo, conoscere il forno è una condizione essenziale per poter eseguire una ricetta.

Resto a disposizione per domande e approfondimenti relativi a quanto sopra.

Nel prossimo “Aiuto! Le ricette non mi vengono” tratterò un argomento piuttosto complesso e importante: L’utilizzo delle FARINE.

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